Allo Stato italiano mancano 13 milioni di euro: Sinner ci deve una spiegazione | Si è messo tutto in tasca

Jannik Sinner

Jannik Sinner (Instagram foto) - www.managementcue.it

Quanto conta davvero la residenza per chi guadagna milioni? Allo Stato mancano oltre 13 milioni e li ha tutti Sinner.

Jannik Sinner è uno di quei nomi che oggi non ha bisogno di presentazioni. La sua ascesa nel mondo del tennis è stata fulminea, ma accompagnata da una calma e una disciplina che lo rendono diverso dagli altri.

Giovane, sorridente, determinato: è diventato l’orgoglio di un intero Paese, anche al di là dei risultati sul campo. Eppure, più il suo nome cresce, più le sue scelte personali finiscono sotto la lente d’ingrandimento.

C’è qualcosa, infatti, che spesso il pubblico tende a dimenticare: gli atleti non sono solo sportivi, ma anche personaggi pubblici che muovono interessi economici enormi. Contratti, sponsor, premi milionari… e tasse. In Italia, come ovunque, le cifre importanti portano con sé responsabilità altrettanto grandi. Ed è qui che la questione si fa delicata.

In questi giorni è bastato un post su Instagram per sollevare il dubbio: “Sai quanto ha risparmiato Sinner scegliendo Montecarlo?” scrive il profilo “seiancoraintempo”, lasciando intendere che la decisione del tennista non sia stata solo logistica o affettiva, ma anche — e forse soprattutto — fiscale. In effetti, vivere nel Principato comporta vantaggi economici che non passano inosservati.

Una scelta che fa discutere più dei suoi rovesci

Secondo quanto riportato dal post, Jannik Sinner avrebbe guadagnato circa 32 milioni di euro netti. Se avesse avuto la residenza in Italia, avrebbe dovuto versare allo Stato quasi il 43% in tasse, ovvero una cifra che si avvicina ai 13 milioni di euro. Invece, stabilendosi a Montecarlo, ha potuto evitare questa spesa. La residenza fiscale nel Principato permette infatti agli atleti di tenersi buona parte dei guadagni, una scelta che, pur legittima, può sembrare stonata agli occhi di chi, ogni mese, versa le proprie imposte senza possibilità di scappatoie.

Ci si chiede allora se sia giusto che chi porta il tricolore nel mondo, raccolga applausi, onori e premi in nome dell’Italia, non partecipi poi al contributo economico verso la stessa nazione. Nessuno parla di illegalità, ma la domanda rimane: non dovrebbe un campione “restituire” anche in termini fiscali?

Jannik Sinner
Jannik Sinner foto (Instagram foto) – www.managementcue.it

E quei 13 milioni? Tra moralità e convenienza

Da un lato c’è chi difende la libertà di scelta: se la legge lo consente, non si può accusare chi ne approfitta. Dall’altro c’è chi sente quel mancato gettito come un’occasione persa per lo Stato, un vuoto da 13 milioni di euro che avrebbe potuto finanziare sanità, scuola o servizi pubblici. Ecco perché, nel dibattito, non si discute solo di numeri, ma anche di valori: appartenenza, responsabilità, coerenza con l’immagine che un campione vuole dare di sé.

Al momento, Sinner non ha rilasciato dichiarazioni su questo tema. La sua scelta di vita resta privata, ma l’eco pubblica è inevitabile. Soprattutto perché, anche senza volerlo, un simbolo diventa esempio. E quando si parla di milioni — e di milioni “risparmiati” — il confine tra ciò che è lecito e ciò che è giusto può farsi molto sottile.