Così l’Occidente si allontana dalla natura secondo una ricerca internazionale
Il contatto con la natura nel lavoro e nella vita quotidiana ha dei benefici anche a livello economico. Di cosa stiamo parlando e cosa dicono i dati? (Pexels Foto) - managementcue.it
Il contatto con la natura nel lavoro e nella vita quotidiana ha dei benefici anche a livello economico. Cosa dicono i dati?
Una nuova ricerca internazionale ha messo in luce un dato sorprendente: i Paesi occidentali sono tra i meno connessi alla natura. L’Italia, insieme a Germania e Stati Uniti, si colloca in fondo alla classifica.
Il Nepal guida la classifica mondiale per connessione con la natura, seguito da India e Bangladesh. Secondo gli autori dello studio, spiritualità, tradizione e contatto quotidiano con l’ambiente sono una parte integrante della realtà di questi Paesi. L’Occidente, invece, sembra aver perso il senso di appartenenza al mondo vivente.
La tecnologia, l’urbanizzazione e il reddito alto sono tra i fattori che allontanano le persone dalla natura. Più siamo connessi al mondo digitale, meno lo siamo al biologico. Lo studio ha coinvolto oltre 57 mila persone in 63 Paesi, per uno spaccato globale del nostro rapporto con l’ambiente.
La ricerca ha misurato la vicinanza alle altre specie come indicatore psicologico. Sentirsi parte del mondo naturale è associato a comportamenti più sostenibili e a una maggiore salute mentale. Nei Paesi ricchi, questa connessione sembra indebolirsi. Cosa dicono i dati?
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Le conseguenze
Una bassa connessione con la natura ha conseguenze tangibili. Secondo gli esperti, può influenzare la salute mentale, con un aumento di stress e ansia. Chi si sente distante dal mondo naturale tende a mostrare meno interesse per la tutela ambientale.
Questo si potrebbe tradurre nell’abuso di risorse, nella scarsa attenzione alla biodiversità e l’indifferenza verso il cambiamento climatico. Nei Paesi occidentali, dove il benessere materiale è alto, la disconnessione sembra essere una conseguenza diretta dello stile di vita urbano e tecnologico. Cosa rivela lo studio nel dettaglio?

Lo studio
Non parliamo solo di vivere in ambienti verdi, ma di sentirsi parte di un sistema vivente. Questa percezione è più forte nei Paesi dove la spiritualità e le tradizioni locali valorizzano il rapporto con la terra. In Nepal la natura è parte integrante della cultura e della religione. Al contrario, in Europa e Nord America, la visione antropocentrica domina: la natura è vista come risorsa da sfruttare, non come partner. Gli autori dello studio ritengono che questa distanza psicologica può essere colmata solo con un cambiamento culturale profondo, che coinvolge educazione, urbanistica e politiche ambientali secondo l’Università di Derby e Springer Nature.
Alcuni Paesi stanno sperimentando politiche innovative, come il riconoscimento giuridico dei diritti della natura. In Ecuador e Bolivia, fiumi e foreste hanno ottenuto status legale, così sono soggetti di diritto. In Europa, si discute di inserire la connessione ecologica tra i diritti fondamentali stando a quanto riportato da HuffPost Green&Blue. Il tema è centrale alla COP30, che si tiene in Brasile. Il presidente Lula ha annunciato il Tropical Forests Forever Fund, un piano per salvare le foreste e promuovere una nuova alleanza tra umanità e natura. L’Occidente, chiamato a riflettere sul modello di sviluppo, deve confrontarsi con culture che vivono la natura come parte dell’identità. La sfida è culturale prima che politica: riscoprire il senso di appartenenza al mondo vivente potrebbe essere la chiave per affrontare le crisi ambientali.
