Accordo tra Regno Unito e Unione Europea: Londra torna nel programma Erasmus

Accordo tra Regno Unito e Unione Europea: Londra torna nel programma Erasmus

Il Regno Unito rientra ufficialmente nel programma Erasmus dopo cinque anni di assenza.

L’accordo tra il governo di Keir Starmer e l’Unione Europea prevede il ritorno all’Erasmus+ a partire da gennaio 2027, permettendo nuovamente la mobilità studentesca tra il Regno Unito e i Paesi europei. L’intesa rappresenta un passo concreto verso il riavvicinamento accademico e culturale tra le due sponde della Manica.

Un rientro atteso nel quadro di relazioni post-Brexit in miglioramento

Dopo un’interruzione durata cinque anni, il Regno Unito ha raggiunto un’intesa con l’Unione Europea per rientrare nel programma di mobilità accademica Erasmus+, dal quale si era ritirato in seguito alla Brexit. Il comunicato congiunto pubblicato il 17 dicembre 2025 da Londra e Bruxelles conferma l’accordo, che entrerà in vigore a partire da gennaio 2027.

L’intesa è il risultato di negoziati tra la Commissione Europea e il governo del Primo Ministro Keir Starmer, che si sono sviluppati in un contesto più ampio di ricostruzione dei rapporti tra Regno Unito e Unione Europea dopo il divorzio formale avvenuto nel 2020.

Il programma Erasmus+ e l’uscita post-Brexit

L’Erasmus+, attivo dal 1987, rappresenta uno dei principali strumenti di cooperazione europea nel campo dell’istruzione superiore, formazione, gioventù e sport. Il programma consente ogni anno a centinaia di migliaia di studenti di trascorrere periodi di studio, tirocinio o volontariato in un altro Paese europeo, con il supporto di un sistema centralizzato di finanziamento e riconoscimento accademico.

Il Regno Unito ha preso parte al programma per oltre tre decenni, fino alla decisione del governo guidato da Boris Johnson di uscire formalmente anche da Erasmus nell’ambito del più ampio processo di disimpegno dall’UE.

Al suo posto, il Regno Unito aveva introdotto il Turing Scheme, un programma nazionale di mobilità internazionale lanciato nel 2021 e aperto anche a Paesi non europei, ma con copertura limitata e difficoltà di accesso per molti studenti e istituzioni accademiche. Diversi osservatori accademici e membri della società civile hanno sottolineato come il Turing Scheme non sia riuscito a garantire lo stesso livello di integrazione e reciprocità dell’Erasmus.

Caratteristiche dell’accordo: partecipazione piena dal 2027

L’intesa prevede che il Regno Unito torni ad essere un Paese partecipante a pieno titolo nel programma Erasmus+. A partire dal 2027:

  • Gli studenti britannici potranno nuovamente studiare, fare tirocinio o volontariato in istituzioni educative dei Paesi UE e associati a Erasmus.
  • Gli studenti europei potranno accedere a università, scuole e istituti di formazione nel Regno Unito, beneficiando dei finanziamenti Erasmus.
  • Le università britanniche potranno stringere nuovi accordi di cooperazione con le controparti europee, ripristinando reti interrotte dopo la Brexit.

I dettagli tecnici relativi a contributi finanziari, modalità di adesione e criteri di eleggibilità saranno definiti entro la metà del 2026, con la firma formale dell’accordo prevista per il secondo semestre dello stesso anno.

Reazioni accademiche e politiche

La notizia è stata accolta con entusiasmo nel mondo accademico britannico, che aveva più volte manifestato la necessità di riattivare i legami con l’Europa nel settore della formazione superiore. Le università hanno sottolineato il valore insostituibile dello scambio internazionale, non solo per gli studenti, ma anche per la collaborazione nella ricerca e lo sviluppo di progetti comuni.

I Liberal Democratici, storicamente favorevoli a un’Europa più unita, hanno definito l’accordo “un primo passo cruciale” verso la ricostruzione di un rapporto più stretto tra Regno Unito e Unione Europea. Anche figure del Partito Laburista hanno salutato l’accordo come un segnale concreto di apertura dopo anni di isolamento accademico.

L’impatto sul sistema universitario e sulla mobilità studentesca

Il ritorno del Regno Unito nel programma Erasmus+ avrà implicazioni significative sul piano operativo e strategico per gli istituti di istruzione superiore:

  • Rafforzamento delle partnership bilaterali con atenei europei.
  • Aumento della mobilità in entrata e in uscita, dopo un periodo di drastica contrazione degli scambi.
  • Maggiore attrattività internazionale delle università britanniche, soprattutto per studenti europei che avevano rinunciato alla mobilità verso il Regno Unito dopo il 2020.
  • Possibilità per ricercatori e docenti di partecipare a progetti europei di cooperazione e innovazione.

Le statistiche precedenti all’uscita del Regno Unito dal programma mostrano che il Paese era una delle destinazioni più popolari per gli studenti Erasmus, con oltre 30.000 studenti europei accolti ogni anno e circa 17.000 britannici inviati in Europa.

Una nuova fase nelle relazioni tra Regno Unito e Unione Europea

L’accordo sul rientro in Erasmus si colloca in un più ampio tentativo di ricostruire i legami danneggiati dal processo Brexit, in particolare nei settori della cultura, dell’istruzione, della ricerca e della cooperazione civile. Dopo l’esclusione anche da programmi come Horizon Europe, il nuovo corso del governo Starmer sembra voler riaprire canali strutturati di collaborazione con l’Unione.

Il rientro in Erasmus potrebbe quindi avere anche un valore simbolico, oltre che pratico, in quanto riporta la mobilità studentesca al centro del dialogo euro-britannico, contribuendo a ridurre le barriere culturali e amministrative che si erano acuite negli anni successivi alla Brexit.

Prospettive per i prossimi anni

Il pieno reintegro del Regno Unito nel programma Erasmus+ non solo ristabilisce un canale di mobilità fondamentale per studenti, ricercatori e istituzioni, ma apre anche la strada a un nuovo modello di cooperazione post-Brexit. In un contesto globale sempre più interconnesso, la possibilità di ripristinare reti formative condivise rappresenta un elemento strategico per la competitività accademica e per la costruzione di una cittadinanza europea diffusa.

Le fasi attuative dell’accordo saranno cruciali per valutare l’effettiva portata del ritorno britannico in Erasmus, ma già oggi è chiaro che si tratta di una svolta storica nel panorama dell’istruzione superiore in Europa.