Rivoluzione naspi, aumenti enormi nel 2025: da oggi ti contano anche ferie e permessi | Ecco quanto ti devono dare

Aumento della Naspi illustrazione (Canva foto) - managementcue.it
Rivoluzione NASpI: ora contano anche ferie e permessi retribuiti nel calcolo, adesso ti spetta molto di più!
Negli ultimi anni, la percezione di ciò che costituisce lavoro effettivo ha subito profonde trasformazioni, spinta dall’evoluzione delle esigenze sociali e dalle tutele sempre più raffinate offerte dal diritto del lavoro. Il termine stesso, “effettivo”, sembra oggi meno rigido di un tempo, aprendo la strada a nuove interpretazioni che stanno cambiando concretamente l’accesso agli ammortizzatori sociali.
Il cuore di questa trasformazione si trova nel rapporto tra diritto alla retribuzione e periodo di lavoro, due elementi storicamente distinti ma che la giurisprudenza ha deciso di riavvicinare. Un cambiamento di prospettiva che interessa da vicino chi perde il lavoro e deve fare affidamento sulla NASpI per affrontare l’impatto economico della disoccupazione.
Negli ultimi mesi, la questione ha preso una direzione inaspettata, attirando l’attenzione di addetti ai lavori, lavoratori e giuslavoristi. La riflessione non riguarda solo gli aspetti normativi, ma soprattutto le implicazioni pratiche per migliaia di cittadini. Le domande sono tante: quali giorni contano davvero per accedere alla NASpI? Solo quelli di lavoro svolto oppure anche le pause legittime e retribuite?
È in questo contesto che arriva una pronuncia destinata a fare scuola, portando con sé non solo chiarezza, ma anche un inatteso beneficio economico per molti. Chi fino a ieri pensava di non avere diritto all’indennità, potrebbe ora trovarsi in una situazione ben diversa.
Cosa troverai in questo articolo:
La nuova interpretazione del lavoro effettivo
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito un principio che ridefinisce completamente il concetto di “giornate di lavoro effettivo”. Secondo i giudici, nel computo per il diritto alla NASpI vanno incluse anche le giornate di ferie e i riposi retribuiti, purché durante tali giornate il lavoratore abbia diritto sia alla retribuzione sia alla contribuzione.
Come spiega il sito Brocardi, questo orientamento poggia sulla convinzione che il rapporto di lavoro resti attivo anche nei momenti di pausa, essendo finalizzati al recupero delle energie psico-fisiche. Ne consegue che anche quelle giornate, benché prive di attività concreta, contribuiscono pienamente alla soglia delle 30 giornate richieste dalla normativa per accedere all’indennità, modificando l’effettiva platea di beneficiari.
Effetti concreti per i lavoratori dal 2025
Dal 2025, questa interpretazione sarà determinante nella valutazione dei requisiti per la NASpI. Tutti i periodi retribuiti, anche se non caratterizzati da prestazione lavorativa, potranno essere conteggiati ai fini del beneficio. Questo significa che molti lavoratori che inizialmente risultavano esclusi dalla misura, grazie a giorni di ferie o permessi goduti nei dodici mesi precedenti, potranno invece rientrare nei criteri previsti.
La sentenza non solo amplia il concetto di “lavoro effettivo”, ma segna un importante passo avanti nella tutela reale del lavoratore. Le pause retribuite vengono finalmente riconosciute non come assenze, ma come parte integrante e vitale del rapporto lavorativo, con impatti concreti sull’importo e sull’accessibilità della NASpI per migliaia di italiani.