730, arriva la nuova mazzata: lavorare ti costa un occhio della testa | Il CAF ti presenta un conto salatissimo

Attenzione alla dichiarazione dei redditi: basta un documento che manca per fartela pagare cara. (Canva Foto) - managementcue.it
Attenzione alla dichiarazione dei redditi: basta un documento che manca per fartela pagare cara. Come funziona?
Il 730 è il modulo per dichiarare i redditi percepiti l’anno precedente. Serve a calcolare l’imposta da versare o il rimborso che spetta. Lo usano lavoratori dipendenti e pensionati. È più rapido del modello Redditi e consente di ricevere il rimborso in busta paga o pensione.
Con il 730 puoi indicare spese sanitarie, affitti, ristrutturazioni, istruzione. Così riduci il carico fiscale. Se hai versato più del dovuto, ti verranno restituiti i soldi. Se hai versato meno, paghi la differenza.
Ogni anno l’Agenzia delle Entrate pubblica la versione precompilata. Controlli i dati, aggiungi le spese e invii. Se ci sono errori, puoi correggerli. I documenti devono essere tenuti da parte, in caso di controlli. Una volta inviato, il conguaglio avviene in pochi mesi.
Il 730 è utile se hai cambiato lavoro o hai avuto più impieghi. Permette di mettere insieme tutti i guadagni e calcolare l’imposta totale. Evita che tu paghi troppo o troppo poco. Ignorarlo può causare problemi: ritardi, debiti fiscali, o perdita di detrazioni.
Cosa troverai in questo articolo:
Cosa succede
Quando hai più impieghi durante l’anno, ogni datore ti tassa come se fossi pagata solo da lui. Nessuno conosce il tuo reddito totale. Alla fine, col 730, si somma tutto. Se superi certe soglie, scattano scaglioni più alti. Così ti ritrovi a dover saldare la differenza. Più guadagni, più l’IRPEF aumenta.
Se cambi lavoro e non consegni la certificazione al nuovo datore, lui applica una tassazione più leggera. Tu paghi meno in anticipo, ma alla fine saldi con il 730. Ci sono situazioni in cui si crea un debito fiscale. Il datore nuovo non sa quanto hai preso prima, e tu ti trovi a rimborsare l’imposta non versata.
Come funziona
Secondo il video pubblicato come post sul profilo Instagram @riccardo_onano lo scorso 3 agosto, Riccardo Onano spiega: “Attenzione, se cambi lavoro durante l’anno, può capitare che tu lavori per un tot di mesi presso un’azienda, poi decidi di cambiare e vai a lavorare presso la nuova azienda“. L’esperto continua: “Se tu non chiedi la CU provvisoria al tuo vecchio datore di lavoro che certifica quanto hai guadagnato in precedenza, potresti ritrovarti a pagare delle imposte più basse“.
Per Onano: “Questo comporterebbe poi che a fine anno, nella dichiarazione 730 ti potresti ritrovare a dover pagare imposte più alte proprio perché il nuovo datore di lavoro non sapeva che avevi guadagnato determinati soldi e magari ti ha applicato lo scaglione IRPEF più basso“. L’esperto conclude: “Meglio quindi avvisare il tuo nuovo datore di lavoro, così potrà prendere le misure opportune per non farti pagare poi tutto insieme il tuo debito IRPEF nella dichiarazione 730“.