Una vera e propria tassa occulta: la paghiamo ogni giorno e non ce ne rendiamo neanche conto | A fine anno si sono presi migliaia e migliaia di euro

Giorgia Meloni (YouTube foto) - www.managementcue.it
Una commissione silenziosa sui pagamenti quotidiani sta crescendo, e solo pochi ne colgono l’impatto reale sul portafoglio.
In un’Italia sempre più orientata ai pagamenti digitali, c’è qualcosa che sta cambiando senza fare troppo rumore. Le abitudini restano le stesse: una carta inserita nel POS, una conferma sullo schermo e tutto sembra finito lì. Ma dietro quella semplicità apparente, si nasconde una piccola spesa aggiuntiva che inizia ad accumularsi giorno dopo giorno.
Molti non ne sono consapevoli, ma ogni pagamento elettronico comporta costi che non sempre vengono resi noti. Non si tratta di cifre alte, ma proprio la loro invisibilità li rende insidiosi. Le banche, attraverso nuovi schemi di commissioni, riescono a generare ricavi consistenti sfruttando il volume delle transazioni.
Alcuni istituti di credito hanno scelto di azzerare queste voci di costo, adottando una politica più trasparente verso il cliente finale. Altri, invece, mantengono il riserbo, facendo ricadere gli oneri sugli esercenti che, a loro volta, li riversano in modo indiretto sui consumatori. Il risultato è una catena di micro-costi che nessuno sembra controllare davvero.
Come ha segnalato l’avvocato Angelo Greco in un reel su Instagram, “Bancomat: aumentano le commissioni in gran silenzio. Ecco come le banche ci guadagnano e qualcuno le ha azzerate”. Un cambiamento che non viene comunicato apertamente, ma che a fine anno si fa sentire nel bilancio di chi utilizza la carta ogni giorno.
Cosa troverai in questo articolo:
Cosa si nasconde dietro le nuove regole
Dal 1° luglio 2025 è entrato in vigore un nuovo listino che rivoluziona il modo in cui vengono calcolate le commissioni Bancomat. La logica è semplice: più alta è la spesa, maggiore sarà la commissione. Questo schema “a scaglioni” sostituisce la percentuale unica dello 0,2-0,3% applicata in precedenza, creando così una disparità tra chi acquista piccoli beni e chi effettua spese maggiori.
Il cambiamento si inserisce in un contesto più ampio: il fondo FSI ha rilevato il 42,9% delle quote della società Bancomat, puntando a un modello di business più redditizio. Un’operazione che, pur legittima, ha portato con sé modifiche sostanziali, soprattutto per quanto riguarda i margini di guadagno legati alle transazioni elettroniche.
Quanto ci costa davvero a fine anno
A prima vista, il costo per ogni transazione sembra irrisorio. Ma quando si sommano decine di pagamenti al mese, la cifra diventa significativa. Alla fine dell’anno, tra pagamenti nei negozi e piccole spese quotidiane, si può arrivare a perdere anche centinaia di euro senza accorgersene. Non è una tassa imposta dallo Stato, ma l’effetto pratico è molto simile.
A rendere il tutto più complicato è il fatto che ogni banca può applicare tariffe diverse. Alcune sono più trasparenti e competitive, altre lasciano in ombra queste voci di costo. Così, ciò che appare come una semplice transazione può diventare un onere silenzioso che erode il potere d’acquisto dei cittadini, senza che nessuno lo dica apertamente.