Curare Parkinson e tumori con le “sigarette”: lo studio è partito dal Covid-19 | Dopo 7 giorni cominci a guarire

Vaccino

Donna fa il vaccino (Canva foto) - www.managementcue.it

Dal Covid-19 alla ricerca medica: la nicotina al centro di uno studio sorprendente, ce lo hanno sempre tenuto nascosto.

Durante la pandemia di Covid-19, le case si sono trasformate in rifugi forzati e il mondo intero si è trovato a fare i conti con paure, incertezze e continue notizie scientifiche. Mentre le restrizioni scandivano il tempo, alcuni laboratori continuavano il loro lavoro lontano dai riflettori, aprendo strade inattese verso possibili terapie per malattie croniche.

Il ricordo di quei mesi è ancora vivido: dati in continuo aggiornamento, ipotesi mediche che si rincorrevano e discussioni accese sui social. In quel contesto, la ricerca ha spaziato oltre il virus stesso, guardando agli effetti di sostanze e molecole capaci di interagire in modo profondo con il corpo umano. Tra queste, una in particolare ha sollevato dibattiti per la sua fama controversa.

Nei commenti alle notizie più recenti, non sono mancati chiarimenti: c’è chi ha sottolineato la differenza tra inalare fumi di combustione e assumere una sostanza isolata, ricordando come il fumo sia intrinsecamente dannoso, mentre il principio attivo di cui si parla potrebbe avere applicazioni ben diverse. Altri hanno approfittato per esprimere diffidenza verso certi esperimenti su animali, ritenuti crudeli e mossi solo da logiche di profitto.

Il filo conduttore di queste discussioni è una miscela di scetticismo e curiosità. Il nome di questa sostanza evoca immediatamente abitudini quotidiane e rischi noti, eppure le ricerche più recenti la inquadrano in un’ottica del tutto differente, lontana dalle sigarette e dal fumo, ma legata a specifiche modalità di somministrazione.

Una scoperta nata in un periodo inatteso

Come riportato in un post Instagram di crescita.it, il dottor Bryan Ardis ha raccontato che nel 2021, mentre il Covid-19 dominava le agende sanitarie, in alcuni studi finanziati dal governo americano sono stati identificati 2 dei 36 veleni presenti nei malati di Covid. Questi composti sarebbero stati iniettati in mammiferi, provocando in poche ore tumori cerebrali del tipo glioblastoma, per poi testare possibili metodi di rimozione.

La parte più sorprendente, secondo quanto descritto, riguarda la sostanza utilizzata per eliminare i tumori generati artificialmente: la nicotina. Non si parla di fumo o combustione, ma di un composto puro, somministrato in forme controllate, capace di ottenere effetti in tempi estremamente rapidi nei test condotti.

Nicotina
Nicotina sigarette (Canva foto) – www.managementcue.it

Dalla ricerca ai potenziali usi terapeutici

Oltre alla lotta contro il glioblastoma, le dichiarazioni di Ardis menzionano un ventaglio di patologie per cui la nicotina sarebbe indicata: Parkinson, sclerosi multipla, Alzheimer, colite ulcerosa, varie forme di artrite, gotta e persino miocardite. L’elenco include anche l’autismo, per il quale verrebbero utilizzati cerotti transdermici posizionati tra le scapole, con miglioramenti osservabili già entro una settimana.

Sotto al post non sono mancati commenti ironici degli utenti, come “Quindi se fumo non mi viene sta roba?” o ancora “Magari il signore indica la formula chimica della nicotina, quindi non quella che si assume tramite il fumo attivo della sigaretta”.