Ultim’ora, “Queste verdure causano cancro al colon prima dei 50 anni”: scovati i responsabili | sembrano innocue e invece

Persone che mangiano verdure

Queste verdure fanno male, ecco perché (Freepik Foto) - www.managementcue.it

Negli ultimi tempi, il corpo umano è diventato il protagonista di un’indagine sempre più raffinata.

Come se fosse un libro scritto a più mani da geni, batteri, ambiente e abitudini. La scienza, con i suoi strumenti di precisione, sta imparando a leggerne le note a margine: minuscoli segni lasciati da eventi che, magari, sono accaduti anni prima. E proprio in quelle righe secondarie potrebbero celarsi le spiegazioni di molte malattie moderne.

C’è un concetto che sta prendendo piede tra ricercatori e medici: il corpo non dimentica. Ciò che ci accade nei primi anni di vita, anche ciò che non sentiamo né vediamo, può scrivere una traccia duratura nel nostro organismo. È un’idea che ribalta la percezione dell’infanzia come una stagione a sé: diventa invece una fase determinante, capace di anticipare il futuro in modi insospettabili.

In parallelo, il mondo invisibile che abita dentro di noi sta conquistando un ruolo da protagonista. I miliardi di batteri che popolano il nostro intestino non sono semplici coinquilini, ma attori attivi della nostra salute. Alcuni sono alleati silenziosi, altri invece, se disturbati, possono diventare perturbatori subdoli, capaci di influenzare processi biologici cruciali.

In questo teatro complesso, il confine tra ciò che è nostro e ciò che viene dall’esterno si fa sempre più sfumato. La biologia contemporanea ha smesso di cercare risposte nette: ora osserva le sfumature, le interazioni, le cicatrici lasciate da incontri invisibili, magari avvenuti quando eravamo troppo piccoli per ricordarli — ma non per subirne le conseguenze.

Un’impronta silenziosa nel DNA

Uno studio internazionale guidato dall’Università della California a San Diego ha identificato nei tumori del colon-retto una “firma” molecolare inquietante. Si tratta di una serie di mutazioni riconducibili alla colibactina, una tossina prodotta da alcuni ceppi di Escherichia coli. Ciò che sorprende è che questa impronta genetica è apparsa con molta più frequenza nei pazienti giovani, sotto i 40 anni, rispetto agli anziani.

Questo indizio suggerisce che qualcosa sia accaduto molto tempo prima dell’insorgere della malattia. I ricercatori ipotizzano che l’esposizione alla tossina possa avvenire già nei primi dieci anni di vita, quando l’intestino è ancora in formazione. Quelle mutazioni resterebbero poi dormienti, come mine biologiche, per decenni, fino a innescare un processo tumorale prematuro.

Persone che mangiano
Verdure e batteri, attenzione all’alimentazione (Freepik Foto) – www.managementcue.it

Tracce nel cibo, risposte nella prevenzione

La colibactina si nasconde in luoghi comuni: carne poco cotta, lattuga non lavata, acqua contaminata, latte non pastorizzato. La sua diffusione è silenziosa, e proprio per questo pericolosa. Nei Paesi dove l’incidenza dei tumori intestinali precoci è in aumento — come Stati Uniti, Regno Unito, ma anche Brasile, Thailandia e Colombia — si sta osservando una maggiore presenza intestinale di questi ceppi batterici tra i bambini.

Non si parla ancora di una causa certa, ma il sospetto è fondato e urgente. Prevenire, in questo caso, significa tornare a osservare con attenzione l’ambiente in cui crescono i più piccoli. Significa forse riconsiderare l’uso dei probiotici, rafforzare la cultura dell’igiene alimentare e monitorare precocemente le popolazioni a rischio. Perché se il passato lascia impronte nel nostro DNA, è nel presente che possiamo ancora cambiare direzione.