Il ponte sullo stretto ti costa la casa: il governo italiano si prende tutto | I costi si sono rivelati troppo alti

Stretto di Messina progetto definitivo (strettodimessina.it immagine) - www.managementcue.it
Espropriazioni legate al progetto del ponte sullo Stretto di Messina: lo Stato si prende tutto, scopri i rischi.
Da anni il ponte sullo Stretto di Messina è più di un progetto ingegneristico: è un’idea che accende entusiasmi e paure. Per alcuni rappresenta la svolta che può collegare definitivamente la Sicilia al resto del Paese, per altri è una promessa che rischia di trasformarsi in un costo enorme per il territorio. Intanto, le comunità interessate iniziano a fare i conti con ciò che significherà vivere all’ombra di un’opera così imponente.
Le carte e i rendering mostrano un’infrastruttura avveniristica, ma dietro le planimetrie ci sono storie reali. Famiglie che abitano da decenni in zone oggi segnate dalle linee rosse degli espropri si chiedono se e come cambierà la loro vita. Il dibattito, che si muove tra orgoglio e timore, lascia intravedere il lato più umano di un cantiere che ancora deve aprirsi ma già modifica abitudini e prospettive.
Il ponte è inserito nel corridoio transeuropeo scandinavo-mediterraneo e vale, secondo le ultime stime, circa 13,5 miliardi di euro. Dietro questa cifra si nascondono altre somme importanti: quelle destinate a chi dovrà cedere casa. Sono stati stanziati circa 300 milioni per gli indennizzi, e il ministro Salvini ha promesso che saranno «più generosi rispetto al passato».
Messina e Villa San Giovanni sono i punti più colpiti: 443 abitazioni, di cui 291 in Sicilia e 152 in Calabria, finiranno nel perimetro delle acquisizioni. Per evitare contenziosi infiniti, la normativa prevede un bonus del 15% sul valore di mercato se la cessione avviene in modo volontario, purché la casa sia stata posseduta da almeno un anno al 30 giugno 2024.
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Tra visione e realtà
Chi osserva il progetto dall’esterno vede il fascino di un ponte sospeso lungo oltre 3 chilometri, con torri alte quanto grattacieli e un doppio binario affiancato da carreggiate stradali. È il simbolo di un’Italia che vuole guardare lontano, connessa alle grandi vie europee e pronta a stupire con un’opera senza precedenti.
Ma sul territorio la prospettiva cambia. Dietro l’orgoglio nazionale si nasconde la preoccupazione di chi teme di non essere davvero tutelato. Le comunità locali vivono un’attesa fatta di incontri, perizie e calcoli, dove ogni annuncio governativo porta con sé domande più che risposte.
Il nodo degli espropri
Qui si concentra il vero cuore della questione. Secondo i piani, centinaia di famiglie dovranno lasciare le loro abitazioni per fare spazio al ponte. I 300 milioni previsti serviranno a coprire le indennità, e il bonus del 15% rappresenta un incentivo per evitare lunghe battaglie legali. Come ricorda Angelo Greco in un suo post su Instagram, si tratta di cifre che possono sembrare alte ma che, per chi perde la propria casa, non sempre cancellano il senso di perdita.
Molti proprietari, pur consapevoli dell’opportunità di una vendita volontaria, restano scettici. L’idea di cedere un bene che spesso è frutto di anni di sacrifici non si misura solo in euro: c’è un valore affettivo che nessun risarcimento potrà restituire. È in questo spazio tra compensazione economica e perdita personale che il dibattito sul ponte si fa più acceso.